
Due errori e la cosa giusta
Si chiamavano i compagni che sbagliano. Ma ci sono anche gli amici che sbagliano. Insomma, alle elezioni regionali della Lombardia è difficile fare una cosa giusta.
E nel festival dei luoghi comuni e dei modi di dire, non possiamo constatare che “tra i due litiganti, il terzo gode”.
Era la volta buona… e Fontana saluta tutti e ringrazia.
L’occasione per “cambiare verso” alla Lombardia c’era ma si è infranta nel momento preciso in cui il Terzo Polo ha imbarcato Letizia Moratti come candidata in pectore per la presidenza. Arrivederci a tutti. Prendere o lasciare. Battere e levare.
Ma la politica non è arte della mediazione? Con quella mossa, degli amici che già avevano sbagliato di grosso alle elezioni nazionali, ci siamo trovati ancora da un’altra parte. La “coalizione” del centrosinistra, che abbraccia tutti quelli che ci stanno.
Il Fronte democratico repubblicano non l’aveva inventato Calenda un secolo fa? No dieci anni fa… No qualche mese fa.
Come accade ci siamo trovati di fronte all’ennesima giamburrascata, con il dubbio se lo zampino sia di Renzi e lo zampone quello di Calenda. Ma tant’è.
E la nostra scelta è diventata una non scelta con un solo paletto: i Five Stars no, per favore no.
Ci facciamo andare bene anche Majorino, noi che ci salutiamo con ad majora, per fare i fighi da zona 30, i radical-chic di +Europa, come ci chiamano, a ragione, i populisti e i nazionalisti di tutto l’arco costituzionale.
Domanda precisa a Majorino: hai capito che abbiamo posto una pregiudiziale sui 5stelle?
Risposta da politico navigato e di lungo corso: noi non li cerchiamo ma vedrete che alla fine non ci saranno… (tre chiamate e bum, bum, bum… colpito affondato).
E noi, lì con il cerino in mano, di quelli che non capiscono che il cerino si consuma e alla fine ti scotta il dito.
Sommessamente, alcuni di noi avevano già prospettato in tempi molto sospetti che si dovevano indagare un paio di alternative: soli o assenti perché il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Infatti i compagni che sbagliano, sono tornati a sbagliare. Quelli che “Conte è una risorsa della sinistra”, “Conte è il principe dei progressisti”, “i 5 Stelle ci faranno vincere in Lombardia e +Europa ci seguirà, come fa sempre…”. Perché è nella loro natura.
Con i se e i ma non si cava il ragno dal buco. Che fare? Cosa rimane, quando compagni e amici sbagliano?
Dal mio punto di vista, è necessario affermare, prendendo tutti gli spazi di tribuna necessari, che populismo e nazionalismo sono posizione di retroguardia mentre socialdemocrazia e liberaldemocrazia devono trovare un punto di sintesi.
L’idea tattica di Calenda e Renzi è che questo punto non esiste. Ma in prospettiva?
Lo chiedo a noi, di +Europa, esiste o non esiste?
La sintesi non è mai il risultato di una somma o di una sottrazione. È sempre qualcosa di nuovo.
La Lombardia allora non è solo la Lombardia.
E dal momento che la Lombardia è persa, perché è persa, a noi spetta sostenere – proprio qui in Lombardia – una prospettiva che gli altri hanno accantonato per calcoli sbagliati.
Altrimenti qual è la nostra ragione di essere?
http://www.laboratoricivici.it/gli-occhi-della-tigre/
Luca Monti
+ Europa Lario
26 dicembre 2022
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