I NODI CHIAVE PER IL FUTURO

Rispondendo alle domande di Volt

 

1) Luca Monti, lei è candidato per +Europa, condivide quindi con noi di Volt un sentimento europeista, crede che l’Unione esca rafforzata dalla gestione della pandemia e dal Next generation Eu oppure i sovranismi sono tutt’ora un pericolo?

La parola Europa nel suo etimo significa sguardo aperto e per i Greci le terre d’Europa erano lo spazio di sviluppo, che portò a fondare la magna Grecia e creare la nostra civiltà.

Oggi l’Europa è una realtà conquistata, una società aperta, che ha nemici interni (che non solo i sovranismi che sono chiaramente schierati), spesso sono i suoi meccanismi, talvolta i limiti di competenze divise con le nazioni che la costituiscono. Pensiamo alla ferita della Brexit, con un referendum così controverso e con una divisione sociale e territoriale così netta.

E poi ci sono i nemici esterni, che oggi hanno Putin come principale interprete ma, su piani diversi, anche molte altre democrature hanno nel mirino l’Europa.

La scelta pro-futuro di un programma nato dalla pandemia, segna il punto di partenza. Investire sulla conoscenza, sul digitale e sull’ambiente porta alla crescita non solo economica ma anche politica e democratica. Il ben agire è il presupposto del ben-essere.

 

2) Associamo la figura di Emma Bonino a grandi battaglie per i diritti civili. Il parlamento uscente si è mostrato sordo alle richieste della società civile, crede che ci sia spazio per una nuova stagione di diritti? Da quale comincerebbe?

I diritti civili sono tanti. Quelli conquistati sono tutti a rischio e tanti invece sono ancora tutti da conquistare. Abbiamo scritto il manifesto arcobaleno per i diritti LGBTQUIplus ma questi rappresentano solo una delle tante frontiere su cui giocare il nostro impegno.

Se dovessi scegliere, ma non si può scegliere, direi che quella che io chiamo la cittadinanza a colori, che è la vera cittadinanza del futuro, sia la più urgente.

Vedere persone prive di diritti fondamentali, tutti i diritti, solo per il colore della pelle e per il timbro su un pezzo di carta fa male.

Guardando alla sfida per la crescita e al welfare del futuro, non possiamo non comprendere che – visto la natalità è scesa drasticamente negli ultimi decenni – la cittadinanza aperta ai migranti è il futuro a colori di questo paese.

Quando immagino – o vedrò – gli Stati Uniti d’Europa, saranno certamente a colori.

 

3) Un tema a lei caro è l’educazione, noi di volt lo riteniamo essenziale, può raccontarci le proposte sue e del suo partito?

Simbolicamente abbiamo voluto mettere la formazione come primo capitolo del nostro programma.

E questo è perfettamente coerente con il titolo: una generazione avanti.

Il capitale umano è il giacimento più ricco che abbiamo. Quando formi qualcuno, a differenza di qualsiasi altro patrimonio – chi dona e chi riceve formazione si arricchiscono e crescono insieme.

Le proposte di +Europa sono anche le mie proposte. Vogliamo una scuola aperta e inclusiva, libera e gratuita per tutti, a prescindere da chi la organizza e gestisce.

Abbiamo previsto una riduzione di un anno per arrivare al termine della scuola superiore, con un diritto dovere a 18 anni, salvo raggiungimento di qualifica professionale prima.

Pensiamo che la formazione sia lungo tutto l’arco della vita e questo investe di un compito nuovo il mondo della scuola e dell’università. In questo senso la scuola non ha età.

Ma collegata con la scuola c’è la ricerca e proponiamo carriere parallele tra docenza e ricerca con carriere chiare per docenti e ricercatori e premialità sul merito. Un euro investito in ricerca – anche di base – genera valore per 4 – 5 euro. Internet è nata da ricerca di base. Oggi vale come il pil di diversi stati.

 

4) Viviamo una crisi energetica dovuta alla guerra che si unisce all’emergenza più grande del cambiamento climatico, come dovremmo muoverci?

La preoccupazione del gas costringe tutti ad aprire gli occhi. L’Europa aveva posto in anticipo l’accento sulla transizione ecologica.

Il cambiamento climatico è una realtà che richiede interventi seri, prima di tutto nei comportamenti. Consumare, abitare e produrre possono essere pensati con un’ottica nuova. Innovazione. Innovazione. Innovazione.

Il covid stesso ha aperto scenari che meritano approfondimento. Pensiamo a cosa significa lavorare da remoto per una parte del nostro tempo lavorativo in termini di spostamento, di tempi di vita e di famiglia, di occupazione degli spazi.

Tornando a bomba. La crisi energetica è aggravata dalla guerra ma nasce da un mercato troppo lontano dalle logiche di un vero libero mercato.

La finanza energetica, con l’aggiunta di operazioni militari e politiche, deve trovare regole di gioco che mettano al riparo dalla speculazione. Anche in questo, l’Europa dimostrerà di essere uno spazio di democrazia e libertà, capace però anche di giustizia ed equità.

 

5) Che futuro immagina per l’Italia in Europa?

Ho pensato più volte a uno slogan per la mia campagna. Un futuro a colori mi sembra la frase migliore per mettere insieme tante cose.

I diritti arcobaleno

Una colazione con sensibilità e programmi diversi

Ma soprattutto uno spirito positivo verso il futuro che si contrappone alla narrazione cupa di chi sta dall’altra parte.

I colori producono luce.

Allora facciamo luce su quello che vogliamo fare. Dobbiamo costruire la crescita. L’opportunità di avere 200 miliardi di investimenti messi a disposizione dall’Europa con obiettivi precisi e chiari ci dà la rotta.

Capitale umano, economia green sostenibile, digitale a misura d’uomo… niente male come sfida per un futuro a colori. Nella realizzazione degli obiettivi c’è la sfida.

Quei duecento miliardi devono diventare almeno 500 euro di prodotto interno stabilmente in più, altrimenti la sfida è giocata male.

Questo significa produrre know how, competenze, strumenti e prodotti veramente innovativi. Calenda ha portato qui la buona pratica di Industria 4.0 ma il Next Generation è Italia 4.0 a partire dalla pubblica amministrazione per arrivare alle imprese e al terzo settore.

Con strumenti nuovi si costruisce una società che affronta il futuro in maniera serena, superando gli inciampi e le difficoltà che abbiamo e stiamo affrontando: le crisi climatiche ambientali, la pandemia, la guerra, la crisi energetica.

Sempre nella storia dell’umanità l’evoluzione umana è stata la risposta a carestie, pestilenze e guerre. Superare gli ostacoli è stata la spinta del progresso.

Cambiare deve diventare sinonimo di migliorare.

 

6) Che cosa pensa delle elezioni che ci troviamo di fronte?

Queste elezioni sono uno spartiacque tra due idee di futuro.

C’è chi cerca la soluzione guardando indietro e chi guarda avanti con fiducia, intelligenza e anche creatività.

Non dimentichiamo questo elemento della creatività ma dobbiamo anche essere realisti.

Ci sono in campo quattro schieramenti che stridono con la legge elettorale, costruita per condurre tutto a un modello bipolare.

Allora ci si rende conto che, pur avendo idee molto vicine al cosiddetto terzo polo, +Europa ha dovuto innestare nel Centrosinistra un programma e un soggetto capace di portare proposte, idee, visioni liberali, innovatrici e fortemente europeiste.

E questo è un ragionamento squisitamente elettorale, non politico.

In queste elezioni abbiamo rinunciato a molto, non seguendo o inseguendo il terzo polo. Perché le regole e la logica ci dicono che la sfida per i collegi uninominali che sono più di un terzo è decisiva in questa sfida e il rischio è altissimo.

Noi siamo il vero terzo polo, dentro il secondo, che aspira a diventare primo in queste elezioni. Non c’era altra via e non c’è scelta migliore.

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